giovedì 22 dicembre 2022

ELFI vs BABBO NATALE


L'elfa di mia nipote si chiama Chiara 

Nel giro di pochissimi anni alle vecchie tradizioni natalizie che vedono imperare sopra tutte Babbo Natale, il buon vecchio dalla lunga barba bianca vestito di rosso, in molti posti come qui in Romagna, si va sostituendo o comunque aggiungendo il culto degli Elfi. Questi come è noto sono i suoi piccoli aiutanti, riconoscibili per le caratteristiche orecchie a punta sotto al cappello a cono rosso, lungo e stretto. Sono ammirati ed amati per il particolare carattere bonario e divertente oltre che l'inesausta vivacità nonostante le loro piccole dimensioni. A volte pasticcioni, scherzosi sempre, inclini al buon umore e nel contempo talora dispettosi, un po' come i bambini.

Chiara ama disegnare
Credo sia in atto una sorta di rivoluzione delle tradizioni natalizie che potremmo definire come il riscatto degli Elfi. Questi piccoli vitalissimi personaggi magici fino a ieri sono stati marginali in quanto “sudditi” di Babbo Natale, ma, di recente, sembrano acquisire sempre maggiore autonomia mano a mano che vanno spodestando l'indiscusso primato del Vecchio barbuto. Da personaggi subalterni e infimi, di poco o nessun conto se presi singolarmente in quanto la loro forza sta nel numero, questi simpatici esseri stanno assumendo un rilievo maggiore di là come di qua dall'Oceano, sempre più attenzionati e amati dalla pubblicità ma anche sicuramente dai bambini. Ancora una volta dall'America va prendendo piede anche qui in Europa una nuova usanza, una sorta di culto dell'elfo domestico, questa specie di nume tutelare vive nella cameretta di bambine e bambini. Abita entro questa un suo piccolo spazio, definito da un porticina, che originariamente era una mensola, come racconta il libro Elf on the shelf dal quale ha preso il via la tradizione di cui sto raccontando. Di qui si diparte ogni fine-giornata, col favore del buio, per espletare la sua funzione di controllore del bambino o bambina che affianca. Dovrà infatti verificare che i bimbi siano davvero meritevoli, riferendone in seguito a Babbo Natale. Il piccolo, simpatico, impertinenete soggetto è attivo in Italia durante tutto il periodo natalizio della Vigilia, dal 1 al 24 Dicembre quando finalmente, passata la Festa, risoltosi l'avvento, alla Vigilia della distribuzione di tutti i doni il giorno di Natale, attraversando per l'ultima volta la sua porticina magica (foto) dalla quale ha fatto il suo ingresso, farà ritorno al Polo Nord di dove è venuto. Notte dopo notte, scorrazzando indisturbato per casa mentre tutti dormono, talvolta si abbandona a giochi sfrenati e combina marachelle. Sembra però consapevole della sua natura talora incontenibile e della sua gioiosità e giocosità sfrenata. Per questo risarcisce i suoi involontari dispettucci veniali con piccoli doni a favore del controllato cucciolo umano di casa. E' così che la mattina ogni bambino può trovare traccia del passaggio dell'Elfo nella forma di qualcosa fuori posto, di un messaggio o altro, nonché talvolta in forma di un regalino reperibile vicino al pupazzetto che lo rappresenta e che si fa ritrovare, nel suo spazio, on the shelf o altrove, non sempre nel luogo e nella postura in cui lo si era lasciato la sera precedente. In questa rinnovata tradizione non abbiamo più il celeberrimo Babbo Natale come elemento magico centrale ripetto a tutto e a tutti con gli Elfi suoi aiutanti, per l'appunto quali corollario. Abbiamo invece il piccolo Elfo che diviene protagonista, in scena per il tempo lungo di quasi un mese. Nel suo essere visibile in forma di pupazzetto personale l'Elfo è distinguibile e distinto da ogni altro suo simile ma, nel contempo, pur risultando apparentemente inanimato in quanto di stoffa, viene percepito in qualche modo vivente, almeno una volta al giorno, dopo che al mattino del suo esistere si può meritare la prova. Piccolo com'è, tiene la scena per quasi tutto il mese di dicembre. Può essere caratterizzato nel sesso, femmina o maschio a seconda dei casi, a discrezione di chi lo possiede o di chi lo ha scelto, di come si è fatto trovare ed è apparso in camera, emozionante epifania prenatalizia. Nel piccolo spazio domestico che questi occupa, accanto ad una porticina e a una scaletta, l'Elfo è come una bambola o, se vogliamo, una marionetta. Può essere vestito e acconciato nonché adattato a una piccola abitazione o messo a cavallo di un destriero, al pari di una Barbie. Di giorno quindi è ciò che appare, di notte invece, e in ciò consiste la sua magia, lontano dagli sguardi si anima e prende vita. 

Con la sua amica Anna combina malestri
Disponendo di tutta la necessaria autonomia delle cose animate si muove indisturbato e sovrano, e allaccia giochi con animali domestici e altri pupazzi perchè questo rientra nella sua precipua natura. Potremmo dire che il ruolo dei simpatici Elfa o Elfo ha quasi soppiantato quello del gentile bonario Vecchio vestito di rosso con lunga barba bianca e occhiali, assumendo un simpatico rilievo fino al protagonismo. E' infatti grazie al lungo lavorìo di questi magici piccoletti con le caratteristiche orecchie a punta che Babbo Natale saprà se il bimbo sia meritevole e che di conseguenza deciderà di lasciare o meno i suoi doni. Nello stesso tempo il bambino avrà modo di vivere a lungo la magia di un rapporto privilegiato con “il suo” piccolo personaggio, simile al folletto, che lo conosce bene e che continuamente gli fa pervenire un feedback in forma di segni, di piccolissimi doni quotidiani e talvolta di brevi messaggi. C'è qualche Elfo che addirittura scrive sorprendenti testi in rima baciata! Ciò che incanta e seduce è proprio lo stretto rapporto tra bambino ed elfo, quasi come fosse un avatar, in cui ciascuno può identificarsi. Non dimentichiamo poi che il pupazzino con cui di giorno si può giocare, lo stesso che si può portare in cartella a scuola a guisa di amico/a o di oggetto transizionale, che diversamente si può portare con sé quando si andasse in visita da un coetaneo, ha uno stretto rapporto anche con i genitori. Saranno questi ultimi infatti a muoverne i fili giorno dopo giorno, con fantasiosa e affettuosa disponibilità. L' Elfo dunque è diventato un personaggio dal ruolo tutt'altro che marginale. Piace ai bambini che in esso si identificano e in esso confidano, piace ai genitori in quanto tramite per lo stabilirsi di un tanto segreto quanto stretto legame con il figlio, e consente infine ai genitori di confrontarsi fra di loro e collaborare con altri genitori. Quando si esaurisce la fantasia quotidiana si possono .cambiare idee circa, per es, quali possano essere nuovi minuscoli regalini, quali nuovi dispettucci si possano inscenare, ecc. E' un tempo dell'attesa condiviso fra grandi e piccini e, tutto sommato, volendolo, anche fra genitori, in amicizia e buonumore. Per concludere, direi che questa nuova liturgia natalizia, una nuova tradizione iniziata da un tempo relativamente breve e sviluppatasi in alcuni territori più che in altri che si va imponendo ed estendendo sempre più a macchia di leopardo, può essere accolta favorevolmente. Personalmente spero anzi che prenda piede stabilmente e diffusamente, sembrandomi positiva per le sue caratteristiche di laicità, “democraticità”, partecipazione e collaborazione. Dopotutto è anche un inno alla frugalità, non contando tanto il peso specifico del regalo, del tutto inconsistente, quanto la sorpresa e la corrispondenza al desiderio di riconoscimento o premio, al di là del suo valore commerciale. Il fatto poi che garantisca per la durata di venticinque giorni il rinnovarsi di un piacevole stupore che riempie il tempo dell'attesa premiando il bimbo se il comportamento sia stato adeguato, la fa apprezzare particolarmente anche come mezzo educativo. 

Si diverte con i suoi amici pupazzi
Mi sembra possa essere uno sprone a vivere con gioia e levità, ad agire con meraki, direbbero i greci. Meraki, to meraki, non si può tradurre con un solo vocabolo corrispondente chè in italiano non esiste, per comprenderne il significato bisogna utilizzare più d'una frase. Potremmo dire che meraki è un modo di stare al mondo secondo una filosofia di vita propria, “su misura”, che risulti appagante. E' agire sostenuti dalla passione esercitando la propria creatività provando piacere e, beninteso, ognuno, il meraki, può provarlo anche nel mentre sta stirando con la radio sintonizzata su un canale di musica classica che dia sfondo ai pensieri. E' avere contezza di stare realizzando in qualche modo il proprio dàimon nella consapevolezza di essere vivi, in una vita vissuta “al timone” secondo le proprie inclinazioni, confidando nella riuscita e progredendo senza sforzo con soddisfazione. Essere un meraklìs, uno intriso di meraki, significa procedere con quel sentimento di levità e contentezza che orienta i muscoli facciali al sorriso esprimendo benessere, cercando di fare le cose nel modo migliore, e riuscendo perciò a trarne estro creativo e soddisfazione. Il piccolo Elfo è in qualche misura un magister vitae che insegna senza insegnare, mai supponente o punitivo. L'Elfo piace e si piace. Conosce l'importanza della collaborazione, nel suo cuore non albergano sentimenti di rivalità con “i fratelli” elfi, né di scontento per il proprio ruolo che non sente subalterno, ma piuttosto soltanto “altro” nella rappresentazione del Natale. Non prova sentimenti di rivalsa nei confronti buon vecchio Babbo cui dona infatti il proprio aiuto nella fabbricazione e distribuzione di quei regali richiesti in forma di letterina e che ogni anno infatti anche grazie a lui, verranno evasi puntualmente. Sa di essere necessario alla magia del Natale in quanto aiutante di un vecchio che da solo non riuscirebbe mai a caricare la slitta e tantomeno a recapitare i doni a ciascun bambino meritevole del mondo. Questi magici, simpatici, infaticabili piccoletti che nottetempo adorano giocare, conoscono bene l'indulgenza di chi rimetterà in ordine il risultato del loro divertirsi talvolta goffo e pasticcione, e ne confidano. 

Arriva e riparte da questa porticina magica
 Anzi, consapevoli della loro maldestrezza o imperizia, non dubitano che le loro marachelle verranno accolte dagli altri abitanti della casa con assoluta benevolenza e divertita indulgenza. Peraltro, grazie ai loro regalini, per quanto piccoli e di scarso valore, risarciscono e sanno farsi eventualmente perdonare. Oltre tutto, è notorio che ciò che piace ai bambini non è tanto il regalo in sé, quanto la scoperta di cosa sta dentro. Degli ovetti Kinder si desidera la sorpresa mentre spesso l'involucro di cioccolato che la contiene viene disdegnato.  

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